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Chi butterò dalla torre?


È vero, non è facile il lavoro del capo. Soprattutto se dall’alto costruiscono un sistema che ti obbliga a litigare con i colleghi. Infatti, i responsabili valutatori hanno fra i loro obiettivi questo indicatore:

Capacità di valutazione delle proprie collaboratrici e dei propri collaboratori, dimostrata tramite una significativa differenziazione dei giudizi

Cosa fareste voi al loro posto?

1. Eseguo. Quindi, anche se tutto il personale della struttura lavora al meglio e c’è un buon clima, abbasso le valutazioni, trovo qualcuno di sacrificabile e lo butto dalla torre.

2. Agisco con coerenza. Mi rifiuto di abbassare strumentalmente le valutazioni, ma in questo modo manco l’obiettivo con la conseguenza che la mia valutazione sarà più bassa (e anche l’incentivo).

3. Non accetto di svolgere il mio ruolo di coordinamento a queste condizioni e mi dimetto.

Scelta difficile? I responsabili che hanno deciso di agire con lealtà, rifiutando questo odioso ricatto, ci sono, ma purtroppo sono una minoranza. Questi colleghi hanno tutta la nostra stima. Coloro che invece hanno deciso di stare dalla parte del tritacarne dovrebbero fermarsi e riflettere, perché, se non è ancora abbastanza chiaro, si trovano loro stessi incastrati in una trappola. 

La valutazione costruisce paura, alimenta la diffidenza e il risentimento, esaspera la competizione e demolisce il lavoro di gruppo, disgrega l’organizzazione, produce malessere e sfiducia

Ci stanno mettendo uno contro l’altro. Basta!!! La “valutazione della performance” non è riformabile, va eliminata. Respingiamola tutti insieme. Confrontatevi, parlatene, rendete pubblico il dissenso. Non subite passivamente, non chiudetevi in voi stessi.

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